Il Mondo Pesca Più Caldo dell'Anno

Il Mondo Pesca Più Caldo dell'Anno

Pittica sa basca! Con questa espressione, in Sardegna, si identifica un momento, una giornata particolarmente calda, afosa, quasi insopportabile. E siccome sono settimane che lo sto ripetendo a cadenza regolare cercherò di non impegnarvi la mente con i soliti o nuovi noiosi problemi che affliggono la pesca o la nautica e la nostra società. Anzi, come gentilmente concesso da poco più di venti anni a questa parte, facciamo il punto sul numero di Mondo Pesca più caldo dell’anno. Gli argomenti sono tanti e comprendono un po’ tutte le tecniche, dal mare alle acque interne, senza dimenticare la subacquea. Leggendo questo numero si ha l’impressione che in Sardegna ci siano tanti pesci. Infatti, come al solito la pagina delle catture è sempre piena di belle immagini e catture da capogiro. Il surfcasting non molla e grazie a mormore, serra e l’agonismo promozionale, si ripropone sempre con grande entusiasmo riscuotendo ancora rinnovati consensi. Dalla barca ci sarebbe da aspettarsi più tonni... i risultati infatti non sono ancora entusiasmanti, ma è facile collegare al tempo questa carenza. La pesca sub invece è una scienza precisa, basta essere bravi e le soddisfazioni non mancano. Sono le acque interne che continuano a stupire. I praticanti sono in continua e vertiginosa ascesa e, grazie al catch & release, non si apprezza alcuna diminuzione di catture.
Ciò che invece è totalmente assente (scusate se ci sono cascato) è la Regione Sardegna. In barba alla legge sull’editoria non vengono finanziati gli articoli che ci toccano da vicino. I fondi, sia quelli dell’assessorato competente quanto quelli della presidenza della Giunta, sono distratti, come monopolio, dalla grande e locale editoria cartacea e radiotelevisiva e non si riesce a godere neanche delle provvidenze legate alla lingua sarda. Insomma l’editoria periodica in Sardegna è completamente abbandonata, deve fare da sè e contare solo sulle proprie forze. Peccato perché così si mette in discussione parte delle tipicità dell’isola le quali oltre il valore più volgare rappresentano un bene immateriale, un’identità. Esattamente quello che manca ai nostri rappresentanti nei confronti di più alto livello.