I Serra di Pula

I serra di Pula sono puntuali, manco avessero al polso un orologio preciso, manco avessero un polso. I serra di Pula arrivano sempre, dico sempre, intorno alle 23. A noi il compito di essere pronti e accoglierli nel giusto modo.

Abbiamo parlato negli ultimi due mesi della pesca al serra, descrivendo (nel numero di settembre) una semplice ed efficace paratura e (in quello di ottobre) la configurazione da tenere in spiaggia per rendere ogni uscita il più possibile fruttuosa. Abbiamo dato la giusta importanza al fattore “condizioni meteo”, evidenziando come l’autunno sia il mese di elezione per il serra fishing. E se settembre e ottobre, da sempre, sono i 2 mesi più consigliati, le particolari circostanze meteo marine di questo ’23 ci spingono a credere che la “buona stagione” si protrarrà anche per l’undicesimo in campo, novembre. Infatti, non conta tanto l’arrivo delle (auspicabili) perturbazioni con conseguenti piogge; il fattore determinante è la naturale discesa delle temperature, che sopra il mare può avvenire in modo repentino e quindi da un giorno al successivo, ma in mare si manifesta con molta più gradualità e lentezza. Nel momento in cui scrivo queste righe la temperatura del nostro mare è ancora di ben 25°. Non so quanto questo dato sia confortante, ma prendiamoci un sicuro aspetto positivo: i serra ci sono, eccome! Scritto della paratura e di come approntare la postazione di pesca, ci rimane da rispondere ad un’ultima grande domanda: dove andiamo? 

Andrea Muntoni, grande esperto della pesca al serra e conoscitore delle spiagge della Sardegna con un Pomatomus saltatrix pescato a Chia.

 Le spiagge da serra - Il buon Dio ci ha fatto nascere in un’isola, forse sperando che il confinamento aumentasse il nostro spirito di aggregazione. Si, credici! Com’è quel detto? Chentu concas, chentu berrittas!. E siccome noi crediamo di assurgere ad esseri superiori ma non lo siamo, sappiate che la stessa faccenda accade tra gli animali che popolano la Sardegna, in terra e in mare. Chiedere a Nenno e Franco, i miei due cani (mezzo labrador e mezzo abruzzesi) che passano tutte le notti ad abbaiare ai cani vicini (e pure tra loro) e sono sicuro che lo fanno ognuno con una sua lingua. In mare è la stessa roba. I serra di Pula non son mica i serra di Piscinas, di Platamona, di La Capannina… In ogni spiaggia questi predatori dai denti affilatissimi si comportano in modo diverso.

"Il comportamento dei serra non è omogeneo in tutte le spiagge. Infatti possono variare e di molto le abitudini predatorie di questo formidabile nuotatore. In alcuni spot gli attacchi sono dettati da marea e luna, in altri pare quasi che i pesci seguano gli orologi “umani”, attaccando sempre alla stessa ora.".

Voi di sicuro darete delle bellissime spiegazioni razionali, pratiche; io dico che sono serra sardi: “Chentu concas, chentu cascialisi”. Non mi spingo oltre, sicuro che oltre ci sia la camicia di forza. Ma insisto nell’affermare con convinzione che se di un comprensorio posso parlare con cognizione di causa, è solo di Pula che posso dire: “Qui io faccio numeri, faccio la storia!”.

Graziano Cau con una stupenda coppia di serra pescati nel suo regno, nella costa occidentale dell'Isola.

E voglio aumentare il carico, sicuro che più di un pescatore si incazzerà con me al suono del classico: “Chicco, così mi sputtani il posto!”. Vi voglio indicare il punto preciso (al metro) dove piantare i 3 picchetti che vi permetteranno di pescare un serra. Siete alle prime armi? Oppure siete da tempo alla ricerca del primo serra ma avete sempre trovato spiagge e condizioni sterili? Bene, nel vostro inutile cellulare, ormai con la memoria intasata dalle immancabili schifezze caricate nelle chat di pesca, puntate dritti su GoogleMaps e digitate “spiaggia abamar pula”. Dai, usate quelle due dita, ingrandite l’immagine! L’hanno chiamato Viale delle ondine, forse perché fino a poco tempo fa la strada era tutta una merda, rovinata dalle radici dei pini (piante anche loro di merda) che quando ci passavi con la macchina ti sembrava di affrontare in barca le onde di traverso. Adesso la strada è un ”biliardo” nero d’asfalto che termina su un ampio parcheggio sterrato e, di fronte a noi, le scalette che portano in spiaggia. Un ultimo sforzo, sono appena 30 scalini (più faticosi quando abbandoniamo il campo). Guardando il mare, a destra c’è un chiosco bianco, con tante lucine che fanno Natale anche a ottobre. Lì, i 3 picchetti vanno piantati lì, proprio di fronte al bar l’Oasi: uno dove c’è la passerella, uno in corrispondenza della sala al coperto e l’ultimo di fronte alla piccola finestra della cucina. Non credo si possa essere più puntigliosi di così.

Veduta aerea del litorale di Santa Margherita di Pula con i tre punti precisi dove piazzare le canne da pesca.

“Nello spot dell’Abamar per circa 50 metri da riva l’acqua rimane poco profonda, non superando il metro. Per raggiungere il terreno di pesca bisogna quindi lanciare lontano.”.

Arrivate pure con calma. Il primo attacco non avverrà che dopo le 23, preciso come un treno svizzero (che poi l’ultima volta a Ginevra, 40 minuti di ritardo…). Precisi più degli svizzeri i serra dell’Abamar accostano un’ora prima della mezza notte. Da qui, se le serate sono fortunate, si possono avere attacchi a ripetizione. Canne che si piegano, corse animate, urla di gioia, avventori dell’Oasi mezzo ubriachi che festeggiano con voi, fanno selfie chiedendo di sollevare la preda. Una ultima considerazione. Ci viene chiesto (per legge) di non superare i 5 chili di pescato. Ebbene, le foto con tante prede sono belle e memorabili. Quelle con “troppe” prede sono cagate pazzesche. Limitiamoci.