I Quattro Mori di Andrea Mura

Di tutto si potrebbe parlare, ma non in questo numero. L’editoriale infatti è tutto per lui, per Andrea Mura, per quel personaggio, velista di vecchia data, sportivo titolato, randista su Moro di Venezia in gioventù e oggi... navigatore solitario! Ha tentato la grande impresa, l’ha studiata e programmata. Ha sviluppato un vero e proprio progetto: Vento di Sardegna. Già, per molti Andrea Mura è un grande atleta, un grande navigatore, un leader che alla Route du Rhum, una tra le più impegnative regate transoceaniche in solitario, ha lasciato tutti dietro e per primo è atterrato nelle Antille francesi. Lui e la sua barca, Vento di Sardegna. Per lui però... per noi, il significato di quest’impresa va oltre. Supera il valore della prestazione sportiva, del confronto con se stesso. Vento di Sardegna ha il sapore di un riscatto, della vittoria non più di un solo uomo che affronta la tempesta, ma di un popolo intero: la rivincita del popolo sardo. Tanti, nel mondo, ricorderanno con stupore e ammirazione questo giovanotto sorridente. Molti ricorderanno il suo nome, ma tanti, tanti di più, ricorderanno i Quattro mori, il vessillo della Sardegna che Andrea ha portato sul gradino più alto del podio, all’attenzione del mondo intero. Vento di Sardegna è questo, un progetto che attraverso la vela cerca spazio, visibilità, identità. Un progetto che potrebbe considerarsi concluso e invece, grazie alla determinazione di Andrea Mura, è appena giunto al nastro di partenza. Da oggi infatti la vela mondiale conta un altro protagonista, un altro Soldini, un altro navigatore solitario, un navigatore sardo: Andrea Mura. E domani, la vela mondiale vedra ancora Vento di Sardegna, solcare gli Oceani, in gara con chissà chi o chissà che cosa. E ogni volta sul pennone del Felci 50 ci sarà la bandiera dei Quattro mori.