Feraxi Iron Sand

Feraxi Iron Sand

Un piede in acqua, un piede asciutto, seguo Marco nel suo laborioso recupero. Lui forse vorrebbe che lo aiutassi di più, visto che il pesce tenta l’infossata sul gradino di risacca, un ostacolo minaccioso per una lenza dello 0,18. Due sono le mie certezze: Marco scordati che adesso entro in acqua; che spettacolo il tramonto a Feraxi visto dalla riva! Per gli amanti delle foto di tramonti, voglio chiarire che no, il sole non si “tuffa in acqua”; Feraxi è esposta a est, al più indicata all’alba per questo tipo di scatti. Ma quando il sole si nasconde tra i monti dei Sette Fratelli, la sabbia, scura di suo, diventa nera, nero il cielo senza alcun disturbo di luci parassite, con Capo Ferrato posto a sbarramento dell’inquinamento luminoso di Costa Rei. Le stelle a migliaia catturano la mia attenzione e le più brillanti si riflettono nel mare. Marco mi vede distratto, scuote la testa, abituato alla mia incapacità di concentrazione. La preda è un’orata, grossa abbastanza da avere molte possibilità di vittoria su un filo sottile e lungo. Ma la canna con cimino sensibile aiuta, lei sì, il mio amico. Il pesce supera il gradino, è a secco, il recupero è terminato con successo. Uno scatto, Marco mi concede un’unica foto e poi via, innesca e lancia nuovamente; io non ho il coraggio di contraddirlo, il ferro va battuto finché è caldo e a Feraxi il ferro non manca.

“Le mareggiate scavano e modificano il fondale, altrimenti omogeneo, privo di rocce sommerse e con la posidonia fuori portata di lancio”.


La spiaggia di Feraxi
Percorrendo la statale orientale sarda si svolta a San Priamo e da qui si seguono le indicazioni per la spiaggia di Feraxi. Si attraversano agrumeti che hanno reso celebre tutto il comprensorio ma dopo aver superato il ponte sul Foxi Gonatta, messo finalmente in sicurezza e ben segnalato, si inizia a costeggiare lo stagno di Feraxi. Proseguendo sulla strada principale si accede al settore più meridionale, caratterizzato da una pineta che in estate ospita molti camper; la strada è abbastanza dissestata, in alcuni punti si rischia di sprofondare nella soffice sabbia e comunque al massimo si raggiunge il centro spiaggia. Se però la nostra meta è la parte di Feraxi che si estende sino all’entrata della peschiera dobbiamo, circa 400 metri prima che finisca l’asfalto, svoltare a sinistra seguendo l’indicazione per l’ittiturismo. La mancanza di alberi e di ombra, unita al poco spazio destinato al parcheggio, fanno sì che questo settore sia meno frequentato dai bagnanti. Per fortuna una comoda passerella in legno permette di superare alcune basse dune, facilitando il trasporto dell’attrezzatura in riva al mare. Feraxi appartiene a un complesso sistema di lagune, canali e sbocchi al mare che si estendono da Capo Ferrato a Colostrai, San Giovanni di Muravera, sino alla foce del Flumendosa, appena prima di Porto Corallo. Esposta a est, Feraxi è lunga circa due chilometri, ricoperti di sabbia scura a grana medio fine. In mare, una volta che ci allontaniamo dal promontorio a sud, troviamo sabbia e basta; una distesa omogenea che escludendo condizioni particolari, possibili solo dopo le mareggiate di venti orientali, consiglia di piantare i picchetti o all’estremo sud o a nord. Il settore sud, per la vicinanza degli scogli che proseguono sino alla punta del Capo, promette catture di occhiate e saraghi. Nord, con la “bocca” della peschiera spalancata e rivolta verso di noi, ci invita a cercare orate e, nella stagione invernale, spigole. E poi ci sono le mormore, un tempo così numerose che in molti identificavano questo spot ferroso con il pesce grufolatore. Ma negli ultimi anni il pascolo è notevolmente diminuito. Chi sono invece aumentati, arrivando a essere gli assoluti dominatori del campo, sono i pesci serra. Non è dato sapere se la diminuzione di mormore sia correlata con l’aumento di “avvistamenti” di serra, predatore ghiotto di mormore. Di sicuro questo mutamento delle condizioni impone un cambiamento di strategia.

Nelle notti senza luna, regna il buio più totale. In inverno sono queste le condizioni ottimali per la ricerca della spigola con esca viva.


Prova sul campo
Con Marco abbiamo deciso di affrontare Feraxi nord, giungendo in spiaggia alcune ore prima del tramonto. La scelta ci ha subito premiato. Che emozione vedere la prima canna in piega, sotto l’impulso di una mangiata furibonda. Poi la mente ha realizzato che il lungo bracciolo in fluorocarbon del 0,18, con flotter e arenicola doveva aver richiamato una leccia stella, pesce combattivo, a volte di buona taglia, ma non il nostro target principale. Durante tutta la fase di luce le lecce stella ci hanno tenuto compagnia. Poi ecco l’orata che ha fatto tribolare il mio amico, tentando la fuga sul gradino di risacca. Le pochissime mormore che siamo riusciti a pescare, tutte con arenicola, sono sparite quando è arrivato il buio. Per la verità una “mezza mormora”, tranciata di netto, ci ha avvisato che erano arrivati loro, i serra. A quel punto abbiamo tentato la carta “trancio di muggine su treccia d’acciaio” ma i serra non lo hanno “calcolato” preferendo mettere fuori uso i nostri inganni direttamente sulla lenza madre. Situazione comune a tutti i frequentatori di questo spot tanto da far pensare che forse Feraxi sia meglio di giorno.