Fabio Dessì e le sue Cernie

Fabio Dessì e le sue Cernie

Il 2019 sarà ricordato in Sardegna per il circuito Salvimar-Fipsas. Per la prima volta, infatti, un intero Campionato regionale di pesca in apnea, articolato in ben 7 prove e valido per la qualificazione al campionato nazionale, viene “organizzato” e sponsorizzato da un unico partner: Salvimar, appunto. L’esordio è di novembre, 2018, a Portopino, con un brillante Marco Secci che ha la meglio su tutti. La seconda prova si svolge a Costa Rei e il buon Marco Secci si conferma tra ben 46 atleti. Ma in questa giornata, ideale per un’uscita a nuoto, si cimenta anche il protagonista di turno in queste pagine. Si tratta di Fabio Dessì, un giovanotto già visto all’opera in altri raduni e che, in quest’occasione, non manca un meritatissimo secondo posto. Esordiamo quindi con un commento agonistico: “Il campo gara si estende per 4 miglia di lato e uno e mezzo circa verso il largo. Ottime le condizioni del mare, calmo in assenza di vento. Al via, in molti si dirigono verso le poste più lontane, io invece forte degli avvistamenti in preparazione, rimango a terra, intorno all’isolotto di Sant’Elmo, su quote tra i 13 e i 17 metri. Catturo subito una coppia di corvine in tana con l’arpione, poi proseguo con un 55 e 4 punte. Fulmino diversi capponi e tordi, dai 300 ai 600 grammi. Il carniere conta 10 pesci, ma la popolazione si è rarefatta. Per un attimo penso di raggiungere una strisciata in mezzo alla posidonia, per andare, se il caso, in altri punti ancora più lontani e profondi. Ma avrei perso tempo nel trasferimento, così insisto sul posto e completo il bottino con un altro cappone e un altro tordo. 9 prede risultano valide e mi portano sul gradino d’onore e soprattutto aggiustano la mia posizione in classifica generale, adesso adatta a più ambiziosi sviluppi. Per la cronaca, il terzo è Fabio Lecca (Sub Portopino).” Fabio Dessì, 11 febbraio 1987, Iglesias. Vive a Villamassargia, sposato, elettricista alla Carbosulcis, partecipa alla riconversione di un’attività mineraria dove il carbone non ha più appeal. Ma soprattutto ama il mare. Fin da piccolo, sebbene non incoraggiato in famiglia, si muove con disinvoltura nel mezzo liquido, senza finali appuntiti, al massimo con una canna da pesca dagli scogli per tranquillizzare mamma e papà. Quindi, i primi anni delle sue avventure sono più che altro esperienze di snorkeling, di approccio, di scoperte, di studio. A 18 anni stringe il suo primo fucile ad aria compressa. Tra il 2006 e il 2008, si cimenta con le bombole per arricchirsi di un nuovo punto di vista, ma non si appassiona più di tanto, manca il confronto. Sant’Antioco lo vede impegnato nei suoi primi inseguimenti estivi alle spese di piccole prede, per fortuna tante. Era un mondo, un altro mondo, estremamente vivace, colorato, sempre vario, affascinante.
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