Col Naso all'Insù

Col Naso all'Insù

Avete notato quante stelle stanno sopra di noi? Quasi tutte quelle visibili hanno un nome e così anche gran parte di quelle non visibili ad occhio nudo. Molte di queste hanno, da secoli, accompagnato il marinaio nei suoi viaggi, guidandolo ed indicandogli la posizione. Sì, quando ancora non esisteva il Gps e gli altri strumenti di radionavigazione, i nostri comandanti navigavano determinando la propria posizione con l’osservazione delle stelle. Molti nomi delle stelle sono affascinanti e antichissimi, risalenti alle civiltà Persiana e Araba, mentre i nomi delle costellazioni si devono prevalentemente alla civiltà Greca e, sia pure in parte minore, a quella Romana. Noi vediamo le stelle tutte alla stessa distanza, proiettate sulla nostra sfera celeste; un’enorme sfera, che ha il suo centro nel centro della nostra terra. Su questa grande sfera, la proiezione dell’equatore terrestre origina l’equatore celeste, la proiezione dei poli terrestri rappresentano il polo celeste Nord ed il polo celeste Sud. La proiezione dei meridiani terrestri sulla sfera celeste originano i meridiani celesti. La verticale passante per il punto occupato da un osservatore posto sulla terra, origina sulla sfera celeste lo Zenit (posto sopra la testa dell’osservatore) e il Nadir (il punto diametralmente opposto). Il semicircolo che parte dal polo celeste Nord, che contiene lo Zenit e che termina al polo celeste Sud, è detto Meridiano superiore dell’osservatore, mentre l’altro semicircolo passante per i poli e per il Nadir è detto meridiano inferiore. Questi due semicircoli dividono la sfera celeste in due emisferi, quello orientale, contenente il punto cardinale Est, e quello occidentale, contenente il punto cardinale Ovest. Un piano perpendicolare alla verticale dell’osservatore, passante per il centro della terra, origina l’orizzonte dell’osservatore. Un osservatore posto sopra l’equatore (quindi con latitudine Nord) vedrà certamente la costellazione dell’orsa minore, con la stella Polare, così come vedrà la costellazione di Cassiopea. Mentre un osservatore posto sotto l’equatore (quindi con latitudine Sud) vedrà la Croce del Sud, ma non l’orsa Minore. La latitudine dell’osservatore determina, in pratica, quali stelle siano ad esso visibili. La declinazione di un astro rappresenta praticamente la sua latitudine, essendo determinata dall’arco di meridiano celeste, passante per l’astro, compreso tra l’equatore celeste e l’astro. Questa sarà di specie Nord o di specie Sud, a seconda che si trovi nell’emisfero Nord o nel’emisfero Sud. Se noi ci trovassimo esattamente a Nord (latitudine + 90°), sopra la nostra testa, allo Zenit, vedremmo la stella Polare, che ha una declinazione di +89°. La declinazione di un astro ci aiuta a stabilire quale parte della sfera terrestre sarà visibile dalla nostra posizione. Così, se ad esempio la nostra latitudine è di 39° Nord (quella di Cagliari), significa che il nostro Zenit è posto 39° sopra l’equatore celeste. Dal momento che la distanza dello Zenit dall’orizzonte astronomico è pari a 90°, la posizione dell’equatore celeste sopra l’orizzonte sarà di 90°-39°= 51°. Saremo in grado di vedere tutti gli astri che hanno un valore della declinazione, che, sommato a quello della nostra latitudine, sia minore di 90°; se tale somma fosse uguale a 0 o a 90°, con latitudine e declinazione dello stesso segno, l’astro è visibile e, nel suo moto diurno, incontra l’orizzonte. Se, invece, il segno della latitudine e della declinazione sono opposti, l’astro è invisibile. Infine, quando la somma di latitudine e declinazione è maggiore di 90°, l’astro è sempre visibile se latitudine e declinazione hanno lo stesso segno, in caso contrario sarà invisibile. A titolo di esempio consideriamo l’astro Venere, che ha una declinazione variabile tra +23° e -24°; sarà un astro sorgente e tramontante, perché, sommando in valore assoluto la sua declinazione con il valore assoluto della nostra latitudine, si ottiene un valore di 39°+24°=63°, inferiore a 90°. Vi domanderete come mai questo pianeta, essendo un astro sorgente e tramontante, viene visto per un certo periodo solo sorgere e, in un altro periodo, solo tramontare. Questo pianeta, visto dalla terra, si mantiene sempre molto vicino al Sole ed è il secondo del sistema solare in ordine di distanza dal Sole. È conosciuto anche con il nome "stella errante" in quanto, alcune volte appare al mattino e altre volte alla sera, pur mantenendo una grande brillantezza, superiore a quella degli altri pianeti e di molte stelle, superata soltanto da Sole e Luna. Possiede una luce, che appare bianca giallastra e non subisce scintillazione neanche quando si trova in prossimità dell'orizzonte. Dal momento che questo pianeta si trova vicino al Sole, è possibile vederlo soltanto per poche ore, al mattino, prima dell’alba e prima che la sua luce venga coperta da quella del Sole o la sera, al crepuscolo, quando raggiunge la massima luminosità. Il pianeta non è visibile a notte inoltrata. Quando Venere si trova alla minima distanza dalla Terra, si trova controsole e non è visibile; il pianeta si trova in congiunzione inferiore (è cioè posto tra la Terra e il Sole). Venere comincia a diventare visibile dalla Terra quando raggiunge una distanza angolare di 10° dal Sole. In questa circostanza si verifica la prima comparsa del pianeta (levata eliaca), subito prima dell’alba. Per circa nove settimane la distanza dal Sole aumenta ed apparirà sempre prima del suo sorgere. Dopo di che Venere raggiunge la massima distanza angolare dal Sole (circa 48°), in cui si verifica un periodo di visibilità del pianeta per circa 3 ore precedenti il sorgere del Sole. A questo punto il pianeta comincia il suo percorso inverso che durerà circa sei mesi e che lo porterà ad avvicinarsi nuovamente al Sole fintanto che raggiunge una distanza angolare inferiore a 10°, scomparendo nel bagliore del Sole. Con questa fase termina il periodo di osservazione di Venere al mattino, a cui segue un periodo di invisibilità (tramonto eliaco), che ha una durata approssimativa di circa 7 settimane, periodo in cui si verifica la congiunzione superiore, quando cioè Venere si trova nella congiungente Terra-Sole, ma dietro quest’ultimo. Quando Venere raggiunge nuovamente una distanza angolare di 10° dal Sole, vi è la prima apparizione del pianeta nel cielo della sera (levata vespertina), che si verifica poco prima del tramonto del Sole. A questo punto avviene il progressivo allontanamento angolare dal Sole, che dura per circa sette mesi, culminando con la massima distanza angolare, a cui corrisponde il massimo periodo di visibilità del pianeta nel cielo della sera. Nei successivi due mesi il pianeta si riavvicina progressivamente al Sole fino a scomparire quando raggiunge la minima distanza angolare, a cui corrisponde l’ultima apparizione di Venere nel cielo della sera (tramonto vespertino). Per circa una settimana il pianeta si troverà nuovamente nella posizione di congiunzione inferiore, per poi riapparire all’alba per ripetere il ciclo.