Cinzia Cara

Cinzia Cara

Forse è solo una mia impressione, però mi pare che la pesca ricreativa, ap-nea compresa, stia vivendo un momento favorevole, forse cruciale, almeno quì in Sardegna. Dal punto di vista agonistico c’è un gran risveglio con attività a tutti i livelli e un fatto in particolare mi pare significativo. Un fatto che forse è solo una goccia d’acqua nel mare ma che forse... I lettori più attenti non avranno scordato l’articolo di Sanda Delija, sarda acquisita, ormai votata alle grandi profondità con la passione della pesca subacquea. E sulla scia, questo contributo di Cinzia Cara, rafforza la presenza femminile in uno sport da sempre a esclusivo appannaggio dei maschietti più temerari. E il fatto, oltre a infrangere un tabù, ha del sensazionale proprio perché vissuto dagli atelti dell’altro genere, come un evento positivo. Chi si fosse aspettato ridicole reazioni tipo “donna al volante…”, rimarrà deluso perché Cinzia, forte di una passione smisurata e consapevole delle sue possibilità, si è perfettamente integrata nell’ambiente co- me una vera professionista.

Il personaggio
Cinzia nasce a Cagliari, il 28 ottobre 1995, scorpione per chi ritiene l’informazione degna di peso. Ha sempre vissuto a Giba, città natale materna, quindi col sale sulle finestre e il mare dentro e fuori casa. Il nonno infatti era un pescatore di professione, mentre babbo e fratello, entrambi subacquei, sono i veri responsabili della Cinzia Cara che a 8 anni si immergeva a Porto Pino in cerca di polpi e piccole prede (verdoni e vacchette) su un fondale misto e variegato. Oggi Cinzia è un Tecnico dei servizi sociali e non ha dubbi o incertezze sul suo futuro, sulla sua passione. A 16 anni, regalo di mamma e papà, riceve il suo primo fucile. E finalmente, con la maggior età, un’arma che la proietta verso orizzonti senza limiti, un Omer Caiman a elastico, ereditato da suo fratello. Lo stes-so che prodigo di consigli è riuscito a formare un’atleta vera e propria, capace di spaziare su più tecniche, dalla tana alla sua preferita, l’agguato dalla superficie. “Vorrei non avere limiti e fare il massimo per divertirmi. Per questo con l’istruttore Giovanni Cannas di Passione Blu, un attrezzatissimo negozio di pesca di Carbonia, ho frequentato un corso di Apnea Academy. Un’esperienza davvero positiva, direi indispensabile per chi vuole crescere e maturare seriamente e raggiungere le migliori performance apneistiche.”
Nel piccolo, cosa ti appassiona?
Mi piace studiare la situazione dall’alto e immergermi quando noto qualcosa di strano oppure riconosco un pesce. E poi c’è quella sensazione che non sai mai cosa può capitare e ti mantiene alto il livello di adrenalina.
Hai un periodo preferito durante l’anno?

Pesco in tutti i mesi, con preferenza d’estate perché è più facile, meno impegnativo anche se occorre fare attenzione col movimento di imbarcazioni. Infatti esco la mattina presto e a metà mattina sono gìa stesa al sole ad asciugarmi. Oppure m’immergo la sera sul tardi e finché c’è un minimo di luce.
Ma… il tuo rapporto con l’altro sesso? Sportivamente parlando s’intende.

Direi completo. Ricevo tanti complimenti e tante prese in giro, ma, sentendo le assurdità dei discorsi tra di loro, mi pare che non facciano distinzioni di genere. No, mi torvo abbastanza a mio agio.
Ti ricordi un pesce in particolare?

Sì. Ricordo volentieri una spigola catturata a Porto Pinetto, con mio fratello. Era una giornata programmata di pomeriggio. Io nuotavo davanti e lui dietro a vedere e correggere i miei errori. Ci fermiamo in un punto dove c’era un po’ di risacca ma con buona visibilità, su un fondo di un metro circa. A un certo punto sono comparse le spigole. Vedo la più grande e sparo, colpita. Anche mio fratello ne centra una. La mia pesava un chilo.


Come sei attrezzata?

Ho un nuovo fucile HF 90 Omer. Muta mimetica, di Shardana sub di Francesco Onnis, bravo artigiano preciso e puntuale, suggerito da Giovanni. In un mese avevo la muta fatta come la volevo io. 5 millimetri liscio-spaccato che mi protegge anche d’inverno. Probabilmente sento la differenza di temperatura, ma grazie alla passione (e alla giove età, ndr) si resiste senza problemi. Ho provato le Indian C4, una favola, le adoro. Mi sento veloce e poi sono davvero leggere.
Un episodio da raccontare?

A settembre dello scorso anno. Incrocio una lampuga a Is Solinas (Masainas), sarà stata 6 chili circa, ero su un basso fondo. Quando mi ha scorto è scomparsa molto velocemente... un lampo. Ero molto emozionata ma di spararle non c’è stato davvero il tempo. Anche in questa occasione ero in compagnia di mio fratello, ma lui non ha avuto la fortuna vederla.


Cosa pensi dell’agonismo?

E’ un mondo che seguo con distacco. Non mi sento ancora pronta, del resto non ho ancora tutte le carte in regola. Ma sono iscritta alla società Controcorrente di Giovanni Cannas.
Hai mai avuto Paura?

Assolutamente no, mai.
Hai un idolo?

Si! Cristian Cadelano, di Oristano. Maturo ma ancora giovane e veramente capace. Lo seguo in rete e lo ammiro. Attualmente sono infortunata per un legamento del ginocchio che fa da monello, ma tempo qualche settimana e dovrei uscire a pesca con lui. L’ho conosciuto da Shardana Sub visto che è lo stesso fornitore di mute
Il prossimo passo?

Mi comprerò un gommone, uscire sempre da terra un po’ mi limita.
Sei fidanzata?

Sì, e l’ho già trascinato in mare, senza tanta fatica, in verità.
Hai 15 anni di esperienza, hai notato qualche cambiamento in mare? Sì, in questo lasso temporale l’ambiente pare impoverito, la vità è meno evidente e per fare catture devi valutare particolari che prima trascuravi, vedi marea, risacca, meteo, spot.
Qual è il tuo spot preferito?

Candiani, tra Porto Pino e Porto Pinetto. Il fondo è spettacolare, misto tra alghe e rocce. Ti consente di mimetizzarti su più sfondi a partire da 5 metri, e ci sono molte orate, saraghi coi denti gialli e spigole.