Censimento o sondaggio?

È il censimento della pesca sportiva a tenere banco in questi giorni. Aspettiamo la pubblicazione del decreto Galan sulla Gazzetta ufficiale e aspetteremo ancora che gli enti preposti a ricevere le Comunicazioni di esercizio della pesca sportiva e ricreativa si attivino per dare inizio a questo “tentativo”. Ogni novità sarà comunque riportata prontamente sul nostro sito www.mondopesca.it. La discussione cade sulla percezione popolare del censimento, ossia sulle ragioni che lo motivano. La storia purtroppo avvalora la tesi della prima mossa, quella, per esempio, che ha portato i cacciatori a sopportare, piano piano, una licenza di caccia che da poche lire è lievitata sino a diverse centinaia di euro. Non è così!, leggiamo in un’intervista al ministro Galan. Questo decreto, continua l’ex governatore veneto, vuole conoscere il fenomeno per valorizzarlo. Anche qui però, lo sportivo (Galan, provetto trainista) non si affranca dalla sua posizione politica. Dovrebbe infatti, il ministro, convincere il povero cristo, cioè io, che le mosse di Buonfiglio, sottosegretario con delega alla pesca, siano in contrasto con quanto da lui sostenuto. Dovrebbe convincere me e buona parte dei pescatori sportivi italiani, che non è vero che sia l’Italia (leggasi Buonfiglio) a far pressioni in Europa per schedare la categoria e assoggettare la pesca sportivo-ricreativa (più propriamente amatoriale) alle esigenze di quella professionale. Il ministro avrebbe fatto meglio, a mio avviso, a promuovere un sondaggio, così come si fa per conoscere l’indice di gradimento dell’operato suo o il vincitore delle elezioni di turno. L’operazione sarebbe costata nulla, avrebbe dato risposte credibili e in tempi brevissimi e non avrebbe gettato il panico tra le fila dei pescatori e degli operatori commerciali. Tre anni sono lunghi, signor ministro e signori consiglieri del ministro. Che senso ha sponsorizzare un’iniziativa condivisa solo da pochi, di incerto risultato e di sconosciute motivazioni? Datevi al sondaggio!