Catch.. & Release?

Catch.. & Release?

Quando si parla di pesca sportiva il discorso svaria dall’ultima novità in fatto di ami, lenze, canne e mulinelli alle più recenti tecniche di pesca che arrivano da questa o da quest’altra parte del pianeta. Si parla di pesci, di quelli che si è catturato, si vorrebbe catturare o di quelli che ci hanno fatto dannare durante la nostra ultima uscita. Sempre più spesso però si parla anche di quei pesci che (in doveroso ordine cronologico… ) sono diventati oggetto del nostro desiderio, ci hanno fatto penare per la loro cattura, ci hanno fatto divertire e trascorrere momenti di “puro godimento” e che infine abbiamo restituito alle loro acque... Parliamo di “catch and release” per usare il termine anglosassone oramai universalmente utilizzato per definire una filosofia di pesca basata sul rilascio del pescato. E’ innegabile che la passione per la pesca nasca dall’atavico istinto dell’uomo “cacciatore - raccoglitore” che di tale pratica non poteva assolutamente fare a meno per la sua condotta di vita, come è altrettanto innegabile che, al giorno d’oggi, la pratica alieutica sportiva si sia ben discostata da quella a fine alimentare. Oggi se abbiamo voglia di un bel filetto di pesce ci basta andare in pescheria o al supermercato, scegliere ciò che ci interessa e tornare a casa a gustarlo in famiglia (visti i tempi di crisi ricorderei che il passaggio “passare alla cassa e pagare” va interposto fra quello della scelta e quello del rientro a casa…). Il momento della cattura rappresenta un attimo di realizzazione personale, forse inconsciamente la sublimazione di quel recondito desiderio di autosufficienza animale. Un po’ come se, con un bel pesce nel guadino, una vocina ci dicesse “ecco bravo, sei ancora in grado di procurarti del cibo!” poi subentra la razionalità e la situazione ci appare per ciò che è (continua sul giornale).

Divieti e taglie minime dei pesci d'acqua dolce
In Sardegna, i periodi e le dimensioni dei pesci per la pesca nelle acque dolci sono regolamentati dal Decreto dell’Assessore della difesa dell’Ambiente 10 maggio 1995 n. 412, “Disciplina dell’attività di pesca, dimensioni dei pesci, molluschi e crostacei: disciplina della pesca del novellame, pesca del bianchetto e del rossetto” (pubblicato nel Buras n° 189 del 26/05/1995) del quale forniamo una sintesi:

Trota iridea:  cm 20  dal 30/10 al 28/02
Trota europea:  cm 20  dal 30/10 al 31/01
Persico reale:  cm 20  dal 01/04 al 31/05
Persico trota:  cm 20  dal 01/04 al 31/05
Tinca:  cm 20  dal 01/04 al 30/06
Carpa:  cm 30  dal 01/04 al 31/05
Agone - Alosa:  cm 25  dal 01/04 al 30/05
Anguilla:  cm 28

E’ vietata la pesca e la detenzione della trota sarda  (Salmo trutta macrostigma). Vi sono poi anche dei quantitativi massimi di prelievo, atti a tutelare il patrimonio ittico regionale, ma che consentono, a chi intende allietare la propria tavola con del pesce da lui stesso catturato, di farlo in totale tranquillità. Ovviamente il rispetto dei quantitativi e delle misure minime, oltre che un obbligo di legge è anche un atto di buon senso.

Persico reale:   kg 2  10
Persico trota:   kg 2  10
Trote (fario ed iridea):  kg 1  5
Carpe e tinche:   kg 15  10
Clupeidi (agone e cheppia):  kg 2  10
Anguille:   kg 1