Carpe Erbai e Pva

Alcuni spot sono ricchi di erbai e rimanere in pesca diventa un lavoro impegnativo che richiede attenzione nella presentazione dell’esca. Ecco alcuni consigli per affrontare questo tipo di ambienti.

Sopra: l’autore con la carpa regina di 10 chili protagonista del racconto.

Gli erbai possono rappresentare un incubo per il pescatore. Quando le acque iniziano a scaldarsi e la vegetazione prolifera anche in acqua è meglio adattarsi alla loro presenza. Esistono molte tipologie di erbai, ognuno da affrontare in modo diverso. In loro presenza sorgono un  sacco di domande: la mia esca sarà presentata in modo corretto? L’ amo sarà libero dalle erbe? Domande spontanee quando peschiamo in queste condizioni. Teniamo presente che le carpe amano questi ambienti. Infatti in mezzo agli erbai vivono gli insetti e le larve di cui si nutrono oltre ai gamberetti d'acqua dolce. In questo articolo racconto di una sessione in fiume a non più di 300 metri dalla foce, uno spot dove gli erbai la fanno da padrona.

Scelta dello spot - Quando si pesca in fiume gli erbai sono sempre presenti e formano dei “letti di erbe” che coprono il fondale. Erbe sottili e piccole, o lunghe qualche metro, a mezz’acqua e in superficie. Un ottimo punto dove calare l’esca è a non più di un metro da un fitto erbaio e cioè in un punto pulito circondato da letti di erbe. E le carpe pascolano tra gli erbai in cerca di cibo. Quel giorno avevo deciso di sondare un tratto del fiume dove avevo notato molta attività e i pesci si aggiravano intorno a fitti ciuffi di erba in superficie. Dopo aver effettuato un paio di lanci, ho scelto uno spot che fosse il più pulito possibile, trascinando il piombo sul fondale per trovare un punto che fosse tra il soffice e il duro. 

Come si presenta un classico spot con tanta vegetazione.

La presentazione - Per lanciare sempre alla stessa distanza si “clippa” la lenza e cioè si utilizza il ferma filo presente in bobina per bloccare la corsa della lenza in uscita alla giusta distanza. Ad ogni amo ho aggiunto una piccola spugnetta in Pva di modo da non intercettare nessuna erbaio durante la discesa sul fondale. Quando pesco in situazioni come queste, uso sempre i Pva, sia in sacchetti che in spugnette. Infatti offrono la massima protezione dell'amo e il rig e il piombo sono racchiusi dentro il sacchetto e quindi non ci sono possibilità che tutto il terminale venga nascosto dagli erbai quando si adagia sul fondale. Questo è garanzia che la montatura sia sempre presentata nel migliore dei modi. Oltretutto un sacchetto in Pva offre una pasturazione mirata donando all’intero terminale una perfetta presentazione. Non dovendo lanciare lontano, scelgo Pva più grandi rispetto allo standard, poiché mi garantiscono una maggiore quantità di pastura. E se avessi pescato più lontano, avrei semplicemente cambiato dimensione del sacchetto da utilizzare. Quando pesco nei “buchi” tra gli erbai, preferisco avere la punta delle canne posizionata verso l'alto. In questo modo sono sicuro di avere maggior quantità di filo fuori dall'acqua e quindi libero da ostacoli. Dobbiamo essere sempre pronti in caso di abboccata perché i pesci tendono ad infilarsi in mezzo agli erbai e dopo diventa difficile tirarli fuori! Erano già trascorse un paio d'ore e osservavo il fitto canneto sulla mia sinistra dove apparivano bollate e vortici. Non avevo dubbi: le carpe si stavano alimentando proprio nel fitto della vegetazione.

E finalmente, poco dopo la lenza si è messa in tensione e l'avvisatore ha iniziato a suonare, segnalando una partenza. Ho preso la canna tra le mani per fermare la carpa che si stava nascondendo tra il folto erbaio. Con il piombo a perdere dotato di safty clip, ero sicuro che il terminale non rimanesse incagliato. Infatti con questo sistema il piombo si sgancia automaticamente permettendo di combattere liberamente col pesce. Ho cercato di non applicare troppa forza per non rischiare di perdere la preda, mantenendo sempre la lenza tesa. Con la canna alta, in modo da tenere lontano il pesce dal denso erbaio del fondale, ho indirizzato la carpa gradualmente verso il guadino. Dopo alcuni momenti da brividi, la carpa è scivolata dolcemente nel mio guadino facendomi cantar vittoria! Sistemata la carpa sul materassino, non ho perso tempo e ho rilanciato, esattamente nello stesso punto, una nuova esca, sempre con il suo sacchetto di Pva. Intanto la grossa cattura era al sicuro, distesa sul materassino e pronta per il rilascio. Si trattava di un bel esemplare di carpa regina che sfiorava i dieci chili di peso. La preda è “caduta” su una boilies affondante da 30mm robin red. A questo punto ho bagnato il pesce per poi fare qualche foto e restituirlo al suo ambiente naturale, sperando di rivederlo in futuro. La giornata di pesca è continuata con altre belle catture. Sono convinto che la strategia adoperata, con l'uso del Pva per evitare di perdere i terminali sulla fitta vegetazione acquatica, è la tattica giusta e spero mi aiuti ancora in futuro per catturare altri bellissimi esemplari.