Bla bla bla...

Bla bla bla...

Purtroppo conosco troppo bene l’Italiano. Non mi riferisco soltanto al pescatore, subacqueo o di superficie, ma anche ad altre categorie, di lavoratori ad esempio. Siamo sempre scontenti, sempre i primi a criticare ma gli ultimi a muoversi. Anche davanti a pesanti soprusi e innegabili ingiustizie, molto difficilmente andiamo oltre lo stancante, ridicolo e patetico “bla bla bla”, magari consumato soltanto davanti ad innocui colleghi incazzati. Il massimo che riusciamo a produrre è una vigliacca lamentela tra di noi. Quindi senza un dibattito, un confronto. E’ di questi giorni la protesta dei taxisti, stanchi di una concorrenza a loro detta sleale. Beh, ci hanno messo niente a fermare le macchine e segnare sul calendario un incontro col governo. Naturalmente non sappiamo come andrà a finire, ma è certo che ci hanno provato. Si sono esposti, pubblicamente e hanno iniziato una trattativa. A noi non è servito lo spauracchio di una licenza di pesca in mare e siamo apparentemente disposti a subire gli effetti di una politica pro categoria “che tiene famiglia”, che preme per farci pagar caro ogni minimo errore nella convinzione di sopprimerci. Anche gli uomini di scienza, non sempre trasparenti e onesti nel dibattito sportivo-professionale, hanno espresso una certa perplessita circa l’incongruenza che governa il dolo e la sanzione, soprattutto se confrontata tra le categorie interessate. Come dire è il classico caso dei due pesi e due misure, con buona pace di tutti noi campioni in “bla bla bla”.