In queste pagine l'autore condivide l'esperienza nella ricerca dei persici reali di taglia, che anche nelle nostre acque, in presenza di abbondante foraggio, possono raggiungere dimensioni di tutto rispetto.
Marco Casu posa con un grosso reale catturato pescando dalla barca.
Ammettiamolo! Quale che sia la tecnica che ci dia maggiori soddisfazioni, siamo e resteremo sempre legati a quel primo pesce catturato con cognizione di causa, magari in tenera età, magari aiutati da papà, zio o nonno. Nel mio caso il “pesce del cuore” è il persico reale. Insieme a tinche e anguille, ha rappresentato uno dei miei primi target in giovanissima età. Mi ha regalato tante soddisfazioni per la crescita tecnica, per l’avvicinamento allo spinning e anche all’agonismo. Quando ne ho l’occasione faccio sempre molto volentieri un’uscita dedicata a questo intrepido predatore che compensa la mancanza del volume, con un carattere da vero protagonista. Ovviamente col passare degli anni e con l’esperienza l’obiettivo si è spostato alla ricerca del grosso, per quel non facile traguardo dei 40 cm. Questa, almeno in Italia, sancisce il netto confine fra un bel reale e un Big vero e proprio. Ci sono altri posti in Europa dove il persico reale raggiunge dimensioni ben più importanti, come le massime segnalate per la specie, per non parlare della quantità. Svezia, Finlandia, Paesi Bassi, Spagna e Inghilterra sono le nazioni del Vecchio continente dove un reale da 40 cm è considerato sempre una buona cattura ma dove l’asticella del vero big si sposta sui 45 e verso i 50. Oltre questa misura si parlsa di “monster perch” con esemplari record fino a 54-55 cm e un peso dai 2,5 a 3 chili. Introdotto come specie aliena anche in Nuova Zelanda, il reale risulta essere ben acclimatato con popolazioni di taglia anche rilevante. Ovviamente, in spot ricchi di foraggio, anche da noi i reali possono raggiungere taglie elevate e può capitare di catturare un gigante, il problema è che tali condizioni di abbondanza sono più difficili da trovare e pertanto la taglia media dei persici con cui si ha a che fare con maggior frequenza si attesta fra i 20-25 cm.

Caccia al Big - Come fare, allora, per selezionare la taglia e trovare gli esemplari di maggior stazza? Beh in primo luogo è necessario, come avrete già intuito, individuare un posto dove siano presenti esemplari con una taglia media interessante, superiore alla media e che abbia, pertanto, maggiori possibilità di ospitare gli animali che cerchiamo. Una volta fissato il luogo di pesca come possiamo individuare i pesci più grossi? Prima di tutto dobbiamo imparare qualcosa sul nostro target e ragionare sul modo migliore di agire. Il reale è un pesce dal forte carattere gregario, soprattutto in giovane età dove predilige stazionare in nutriti banchi composti in prevalenza da esemplari di taglia simile. Altra caratteristica importante da tenere in conto è la natura del foraggio presente e l’eventuale distribuzione nello specchio d’acqua. Se sono presenti diverse specie di pesce foraggio dobbiamo capire su quale il reale si concentra, a seconda del periodo e della zona, stando sicuri che i predatori a strisce non saranno mai molto lontani. Se invece abbiamo a che fare con uno spot con poche specie destinate all’alimentazione, dobbiamo considerare anche il fattore cannibalismo, fenomeno piuttosto diffuso nel mondo “reale”, andando a prestare attenzione anche ai banchi di piccoli persici che spesso attraggono nelle vici- nanze sparuti raggruppamenti di esemplari di taglia. Con l’avanzare dell’età, infatti, Perca fluviatilis va a formare gruppi sempre meno numerosi e variegati. Bene, stiamo pescando uno spot dove sappiamo esserci persici di taglia, abbiamo individuato il foraggio principale e ci apprestiamo a insidiare i nostri “tigrotti”.

Dove e come - Qualunque sia il nostro approccio (da terra o dall’acqua) è importantissimo conoscere bene lo spot. Quindi cerchiamo fondali misti con pietra e sabbia, pietraie, secche, massi isolati, legnaie, alberi sommersi o strutture antropiche come muretti, manufatti in cemento o altre cose che rappresentino “rotture” dell’andamento della sponda, perché spesso, queste, attirano il foraggio e, di conseguenza, i loro predatori. Da terra è importante costruire tale esperienza studiando mappe del luogo, carte delle linee batimetriche, vecchie foto, documentare fotograficamente le varie aree quando i livelli idrici sono bassi etc.. Pescando in barca, belly boat o kayak, possiamo utilizzare un ecoscandaglio e ricercare sia gli spot che eventuali marcature di banchi (sia foraggio che predatori). Non parlo volutamente di sonde live perché preferisco lasciarle a chi piace “vincere facile”.

Acque - La presenza del reale è legata alla morfologia del fondo e alle batimetriche medio-profonde. Infatti, in quei livelli, si trovano strutture, cover e drop-off. Quindi più pesce foraggio, quindi zone di caccia favorevoli per il reale e per tutti i predatori in genere. Occasionalmente, soprattutto nei mesi più caldi, la maggior concentrazione di pesci si verifica nelle acque basse, dovuta a diversi fattori quali temperatura, presenza di giovani post frega di diverse specie, anche se solitamente il persico grosso preferisce le aree con gradini marcati adiacenti a tratti di basso fondo, in modo da stazionare in spot con alta stabilità termica e potersi spostare per rapide e brevi azioni di caccia sotto riva. In acqua bassa le esche più redditizie sono senza dubbio suspendig jerk-minnow e wtd. In presenza di pesce in caccia su banchi di foraggio queste due esche sono formidabili. Mentre se ci troviamo in presenza di persici in prossimità del primo gradino pronti alle sortite di gruppo per la caccia, ecco che uno soft shad montato su jih head risulterà più versatile. In presenza di vegetazione un light texas rig con soft shad o curl tail worm ci aiuteranno a evitare incagli continui e ad essere più efficaci nell’azione. Come detto, sul basso fondo (0-2 m), sarà più probabile avere a che fare con reali “standard” anche se, trovandosi al momento giusto sarà possibile approfittare, qualche volta, delle incursioni dei big in modalità più che mai “mordi e fuggi”. In acque medio profonde (3-7 m) le tecniche più valide a mio avviso sono il crank, la pesca a minnow-jerk deep e ovviamente soft shad sia su jig head che a drop shot. In spot con presenza di gamberi della Louisiana sarà molto redditizio innescare craw baits e creature con chele e appendici vibranti che stuzzicano parecchio i tigrotti. Se troviamo un gruppo di grossi reali sulla batimetrica dei 3-4 metri possiamo alternare la pesca a crank con quella a chatterbait andando a intercettare anche i pesci sospesi con maggiore efficacia.


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