Arenicola

Arenicola

Cosa cantavano i Righeira? L’estate sta finendo… Forse si, visto che in queste ultime settimane il solido anticiclone inizia a mostrare delle crepe. Il sole pieno protagonista dei mesi passati, ce lo siamo lasciato allo spalle. E se per molti questo cambiamento meteo significa fine delle ferie e ritorno alla routine, per i patiti del surfcasting l’abbassamento della pressione atmosferica e il profilarsi di periodi di instabilità sono elementi attesi, agognati. Ma le prime perturbazioni autunnali sono notoriamente molto volubili, di breve durata e spesso caratterizzate da improvvisi e violenti tempo- rali. Ora, per noi che armeggiamo carbonio l’elettricità dell’aria non costituisce un elemento favorevole anzi rap- presenta un rischio che non dobbiamo sottovalutare. Meglio rinunciare se ci accorgiamo che le condizioni non permettono un’azione di pesca in tutta sicurezza. Quelli che vi racconteranno che preferiscono continuare a pescare anche con fulmini in acqua perché, a parer loro si pesca di più, sono solo sciocchi, accecati dalla brama di pescare ancor prima che dalla luce di un lampo. Personalmente ho preso parte a manifestazioni, sia come giornalista che come partecipante attivo, nelle quali il direttore di gara ha saggiamente interrotto la competizione, allertato dall’imminente arrivo di un brutto temporale e puntualmente ho dovuto sopportare i mugugni di chi non capiva il rischio possibile. Detto questo, grazie al cielo abbiamo a disposizione siti, come quelli raggiungibili dalla sezione “Meteo” del portale Mako Edizioni che ci aggiornano in tempo reale sulla situazione incombente in un qualsiasi spot della nostra isola. E a volte siamo costretti, nostro malgrado, ad annullare un’uscita programmata.

Tommaso Melis solleva una mormora di bella taglia, pescata con arenicola su lungo bracciolo in fluorocarbon dello 0,18 e amo del 10

Conservare l’esca
Il primo pensiero corre veloce a quelle buste piene d’esca, scatole e scatolette riposte in un luogo fresco ma pronte per un utilizzo immediato. Se non vogliamo rimanere disarmati e dilapidare il nostro portafoglio dobbiamo conservare l’esca per farla “durare” almeno qualche giorno in più. E qui il vero nemico non è il caldo, l’umido, la moglie che ci vieta l’utilizzo del frigorifero di famiglia… Il vero nemico siamo noi stessi, la nostra apatia e pigrizia. Infatti bastano cinque minuti al giorno per conservare l’esca fino a quando decideremo di tentare la fortuna in spiaggia. Ogni esca ha bisogno della nostra attenzione. Iniziamo con una “all round”, indispensabile per la pesca alle mormore ma efficace con tutti i pesci, dalle orate, alle spigole, alle occhiate… L’arenicola ha il grosso pregio di esse-re innegabilmente l’esca più catturante in commercio. Ha anche due brutti difetti: è costosa e delicata. Per conservarla a lungo basta osservare come vie- ne commercializzata. Quei 5 o 6 lunghi vermi sono sotterrati in due centimetri di sabbia fine e costantemente umida, racchiusi in scatolette di polistirolo. Quello che dobbiamo fare è un gioco di scatole cinesi. Procuriamoci un contenitore di polistirolo abbastanza gran-de da ospitare le nostre scatole d’areni- cola in modo che rimanga tanto spazio attorno. Vanno benissimo anche vecchie borse frigo. Posizioniamo le scatole d’arenicola al centro e appoggia- mo sui lati, in modo che non vengano a contatto col polistirolo, dei ghiaccini (ghiaccio secco). Procuriamoci circa un litro di acqua di mare che conserveremo all’ombra in una bottiglia di plastica. Quello che dobbiamo fare è so- stituire ogni giorno i ghiaccini e versa-re poca acqua di mare all’interno della scatoletta, scuoterla leggermente e togliere l’acqua in eccesso. L’arenicola è “buona” se ogni volta che solleviamo il coperchio l’esca è completamente sotterrata. Con un po’ di pazienza possiamo conservare la preziosa arenicola per settimane. Nella stessa borsa frigo possiamo conservare vermi più resistenti quali, coreano, americano, muriddu… e pure i bibi. Insomma tutti quei tipi di esca confezionata che temono il troppo caldo. Un discorso a parte va fatto per esche quali cannolicchi, seppie e calamari. Se fresche e vive hanno un potere catturante molto alto. Ma a meno che non si disponga di ampie vasche nelle quali riprodurre le condizioni del loro habitat, è meglio congelarle, subito. Un trucco per conservare i mazzetti di cannolicchi in modo che mantengano una consistenza compatta è quello di immergere i mazzetti per 10 secondi in acqua bollente. Subito dopo si raffredda con acqua corrente e si conservano in sacchetti per il gelo. Semplicissimo.