La leccia amia è veloce, capace di attacchi violenti e una volta “in canna” non molla sino a riva. Ecco perché tra gli spinner è una delle prede più ambite.
sopra: Michele Anedda con una delle tante piccole lecce amia pescate in questo periodo. Dopo la foto Michele ha liberato la piccola cattura.
Ha l’aspetto di una freccia acuminata, piatta, a forma di losanga e con la pinna dorsale simmetrica a quella anale. Uno degli aspetti più caratteristici di questo pesce è la forma della pinna caudale che assomiglia alla sottile falce di una luna subito dopo il novilunio. La livrea argentea tende al bianco sul ventre ed è più scura nella sottile zona della cresta dorsale. Dimenticavo, non abbiamo ancora svelato la protagonista di questa storia, la bellissima e ricercatissima leccia amia. È un pesce pelagico che può raggiungere dimensioni notevoli, anche oltre i 30 chili. È presente nel sottocosta in tutto il periodo estivo ma, soprattutto negli ultimi anni ha mostrato una notevole attività anche nei mesi autunnali, quando la temperatura dell’acqua si mantiene ancora mite. La colorazione uniforme è rotta solo dalla lunga linea laterale, dal disegno irregolare che curva verso il basso in direzione della coda. Proprio questo organo assume grande importanza nello spinning. È un predatore che ama l’attacco in velocità, sempre o quasi in superficie. Gli esemplari più grossi si muovono in gruppi di massimo una manciata di esemplari. La loro presenza è sporadica e la cattura non è prevedibile se non in estate, pescando con “popperoni” nelle aree portuali. Gli esemplari di piccola taglia, dai cm 40 al metro, sono molto più gregari e in questo periodo è possibile insidiarli in modo più continuo e con criterio. Abbiamo parlato della linea laterale, l’organo che permette a questi predatori di percepire le vibrazioni prodotte da piccoli pesci e molluschi che rappresentano le loro prede abituali. Nello spinning si sfrutta proprio questa sensibilità alla vibrazione per attirare e portare all’attacco le lecce sui nostri artificiali. Parleremo qui di una pesca light, mirata agli esemplari di piccola taglia. Se riusciamo a incuriosirli, questi attaccheranno le esche con continuità, garantendo molti strike e recuperi davvero emozionanti. È uno spinning totalmente catch and release, data la ridotta dimensione delle prede che consiglia un rilascio immediato. Allo stesso tempo è uno spinning molto tecnico perché si utilizza un’attrezzatura leggera e l’avversario è forte e resistente.

Piccole esche da amia - Si utilizzano esche minute, con peso che quasi mai supera i 15 grammi e non più lunghe di 8, 10 centimetri. Le più interessanti e cioè quelle che in questi mesi hanno dato i migliori risultati sono i jig. Si tratta di piccole imitazioni di pesciolini, in metallo, che se non animate tendono a scendere verso il fondo. Per la pesca alle piccole lecce, i jig si armano con ancorette fissate in coda o assist hook spesso “vestiti” con gonnellini (skirt) colorati e luccicanti. La vestizione dell’esca ha un doppio scopo: aumenta la visibilità dell’inganno, anche a lunga distanza; aumenta le vibrazioni che questo crea in acqua quando è recuperato in velocità, stimolando quindi la linea laterale dell’amia. Lo spinning alle lecce è una tecnica che si pratica dall’alba al tramonto meglio se con forte irraggiamento solare. In queste condizioni le lecce cacciano piccoli muggini, occhiate e più in generale qualsiasi pesce di galla. Frequentano le imboccature delle aree portuali e le lunghe spiagge in prossimità delle foci. Sono astute e sospettose. Ecco quindi che per indurle all’attacco bisogna si animare l’esca, recuperandola a forte velocita con continue jerkate; ma bisogna predisporre un assetto il più possibile invisibile. L’esca si collega, tramite un piccolo moschettone, a almeno un metro di fluorocarbon con una sezione dello 0,30 o anche inferiore. Come mulinello sono ideali quelli intorno ai 3000 con un alto rapporto di recupero. La canna deve essere il classico fioretto, sottile e leggera, per restare in continuo contatto con l’esca e dotata di una bella azione di punta che faciliti la prontezza nella ferrata. Dopo lo strike è preferibile lasciare che la leccia sfoghi gran parte della sua forza lontano da riva e quindi lontano da pericolosi ostacoli sottomarini che potrebbero tagliare la lenza. E comunque una cattura non è mai garantita sino a quando il pesce non è a terra perche l’amia è un formidabile e instancabile combattente.
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