Al Magrini Accardi fa il Bis
Roberto Accardi bissa il successo del ‘99. Una gara in rimonta, conclusa con il meritato trionfo.

Come in tutti i contesti, il tempo scorre inesorabilmente lasciando spazio a novità e cambiamenti. Ma una cosa che resiste nel tempo è sicuramente il Memorial Magrini, trofeo di pesca dalla spiaggia che quest’anno raggiunge la XXXV edizione. Trentacinque anni nei quali i ragazzi dell’Hippocampus Club Cagliari, capitanati da Claudio Murtas e Michael Meloni, organizzano uno dei trofei più importanti al mondo, quest’anno con 131 atleti in rappresentanza di 13 nazioni. Questa gara, articolata in due manche, si è sempre svolta con due canne e una misurazione Fipsas. Quest’anno no: canna singola e C&R. La correttezza del rilascio è indiscutibile, mentre sull’unica canna, i pareri sono discordanti. Altra news dell’anno, molto gradita, è la presenza del campione mondiale di lancio Biagio Morra che ha potuto organizzare un corso di lancio, garantendo ai più quei metri che con il passare del tempo stanno diventando sempre più decisivi nel nostro sport. Come in ogni edizione si parte con il Bigger Fish, manifestazione dedicata a tutti gli atleti che usufruiscono della struttura ricettiva: si vince catturando la preda più grande. E il portacolori del Larus Club di Sassari Alberto Arru, dopo un lunghissimo combattimento spiaggia un pesce da oltre 5000 punti. Una bellissima razza che dopo misurazione e fotografia, ha ripreso la via di casa, vantandosi anche lei, insieme a Alberto Arru, di aver vinto il trofeo Magrini.

La gara - Anche quest’anno la gara si è svolta nella costa occidentale, in particolare gli arenili di Sassu e Arborea. All’esordio, lo scorso anno, non hanno rispettato, le aspettative, mentre in questa edizione 2025, grazie anche alla nuova formula C&R, la classifica è risultata molto più corposa e gratificante, con ben 2048 pesci catturati nella due giorni. Le dinamiche e le tecniche da utilizzare in questi due spot sono oramai note ai più, e anche tutti gli stranieri sono stati informati, per rendere la competizione più sportiva possibile. Si vince con le sparlotte e i saraghi catturati, quasi sempre, sulla lunga distanza e con le mormore in notturna a poche decine di metri dalla riva. Altra particolarità di questa edizione è stato il tasso tecnico degli atleti, sempre più alto con il passare degli anni.





Efisio Sabiu, Jp Molloy e Mirko Fenu con tre opere diverse, una mormora, un'orata e una corvina.
Tantissimi i nomi noti che orbitano attorno alla nazionale italiana, sia maschile che femminile, che hanno visto in questo trofeo l’ottima occasione per allenarsi in vista della super sfida, valevole per la conquista della maglia azzurra, svoltasi nel weekend successivo al Magrini. Grazie all’operato al limite della perfezione della macchina organizzatrice e ai giudici di gara sempre all’altezza nell’affrontare ogni dinamica, la manifestazione si è svolta senza nessuna problematica, in un clima di serenità e sportività che un trofeo di questa caratura merita. Ad aggiudicarsi il prestigioso titolo è un atleta che non ha bisogno di presentazioni, un nome che ricorre da decenni nel panorama del surfasting nazionale e mondiale, un top player: Roberto Accardi. Avere Accardi nel proprio settore è sempre stato un problema, un grosso problema. Nell’ultimo periodo, inoltre, l’atleta del Coxinas sembra aver ritrovato una seconda giovinezza che lo sta riportando ai vertici di tutte le classifiche e questo prestigioso titolo, che bissa quello già conquistato nel ‘99 (26 anni fa), ne è la dimostrazione. A podio con lui, a riscuotere i meritati applausi, Doriana D’ilio (Kinetic Abruzzo) e Gianluca Lenzi (Black Fin Casting Club). Per le premiazioni speciali: miglior atleta straniero, Stogiannidis Margaritis (Academy F.A.Grecia); miglior donna, Doriana D’Ilio (Kinetic Abruzzo). Da sottolineare la ricchissima premiazione targata Sunset, sponsor tecnico e la cerimonia di chiusura con gli inni nazionali, le interviste e la diretta online. Complimenti all’Hippocamus per un trofeo che merita di essere vissuto in tutti i suoi aspetti. Ci vedremo sicuramente l’anno prossimo. E per ultimo un saluto davvero speciale: ciao Anna!

L'intervista - Complimenti Robi, raccontaci della vittoria. Finalmente ce l’ho fatta! Era un traguardo inseguito per anni e sfiorato più volte, vincere per due volte il trofeo più importante a livello mondiale. Una soddisfazione che mi porterò appresso per sempre.
Vuoi raccontarci le ragioni del trionfo? La competizione per me non era partita benissimo, nella prima manche, dopo tre ore, ero in fondo alla classifica. Ma non mi sono mai arreso perché Sassu può dare sorprese in grado di rivoluzionare la classifica in pochissimo tempo.
Spiegaci meglio. Ho abbandonato la ricerca delle sparlotte, troppo sporadiche, inutili visto la presenza di diverse mormore di taglia nel settore. Stavo pescando con tempi da 12 minuti, pertanto, in un’ora avrei dovuto fare 5 triplette, Mi sono detto: impossibile! Nello stesso momento in cui ho fatto questo pensiero, intercetto una mormora di taglia; nessuna tocca, vibrazione, niente di niente, ho solo spostato il piombo per continuare la “ricerca”, e lei era lì. Ho subito riappoggiato la canna per segnare il filo…
Hai riappoggiato la canna con un pesce allamato? O perdevo la mormora allamata o perdevo il punto preciso del passaggio, cosa che avrebbe comportato troppo tempo nella ricerca. Ho rischiato e sono stato fortunato. Segnare il filo è stata la mia svolta perché nei 4 recuperi successivi sono riuscito a catturare altre 4 mormore di taglia. Da ultimo sono passato primo!
Raccontaci la seconda manche. Arborea ha caratteristiche molto diverse da Sassu. Fortunatamente gli sparli non sono mancati e ho potuto fare per quattro ore lo stesso tipo di pesca senza bisogno di cambiare strategia. A giudicare dalle percentuali di prede tecniche rispetto a quelle di misura, sono stato fortunato a catturare più prede valide che tecniche, ma non ho idea se questo sia dovuto alla mia scelta dell’amo più grande, perché non conosco quelli usati dai miei avversari del settore.
Quando hai capito che la vittoria era possibile? Con Marco Machis, presidente del Coxinas, abbiamo ragionato sulla situazione. Io avevo sicuramente due primi. A quel punto l’ostacolo più grosso era Gianluca Lenzi, con la sua super pescata, oltre che atleta fortissimo che non per caso veste anche la maglia azzurra, ma c’era la possibilità che Marco Melis, seppur con meno prede, potesse batterlo per via della miglior taglia dei pesci. Potevo solo attendere le classifiche, ma alla fine il responso mi ha, finalmente, emozionato e gratificato. A distanza di ben 26 anni sono riuscito a mettere il mio nome per la seconda volta nell’albo d’oro, tutto questo con la maglia del Coxinas di Villacidro, con cui voglio condividere questo risultato.
La cosa che più mi colpisce di questa intervista, è una: è bellissimo vedere un atleta di caratura mondiale che è nel palcoscenico sportivo da decenni, emozionarsi e raccontare con tanta passione una vittoria, voluta, cercata e combattuta sino alla fine, questo, non che ce ne sia bisogno, dimostra ancor più il tuo valore e lo spirito con cui pratichi la nostra disciplina. L’emozione, ammetto, è stata tanta, su quel palco ho provato tanti sentimenti, tutto ciò che è successo durante la premiazione è inutile che lo racconti, lo potete vedere su Youtube nel canale di Directa Sport Live TV che ha supportato l’evento in modo come sempre eccezionale. Posso dire un’ultima cosa Fabri? In tanti mi hanno chiesto chi fosse Alessandro Magrini e mi sembra giusto dedicargli un ricordo dato che stiamo parlando di un memorial. Alessandro era l’ideatore e il vulcanico direttore di Pesca in Mare. Morì in seguito a una caduta in barca. Il profondo legame che c’era tra la rivista e Alberto Belfiori, portò il club a organizzare un trofeo in sua memoria. Un trofeo che nel tempo è diventato un colosso della pesca sportiva

Commenti ()