Leggi, leggine e legalità del pesca-sportivo italico

Leggi, leggine e legalità del pesca-sportivo italico

Siamo ormai nel nuovo anno e benché non siano previste sanzioni, benché non frega niente a nessuno (istituzioni) come al solito ci tocca sorbirci il famigerato Censimento della pesca sportiva in mare e la sua farraginosa quanto inutile procedura on-line di registrazione, tramite apposito sito blindato da SPID e criptature varie !

Ebbene sì, da maggio 2022 è attiva una nuova procedura di censimento che prevede la registrazine annuale del pescatore sportivo che pratichi attività aleutica in mare.
Non è molto noto ma il 21 dicembre 2006 la Commissione Europea (Reg. CE 1967/2006) ha promosso, con una Direttiva ''la rilevazione della consistenza della pesca sportiva e ricreativa in mare'' e il Governo Berlusconi, in attuazione di tale direttiva ha dato vita con il D.M. del 6 dicembre 2010 al famoso ''CENSIMENTO'' su base triennale .


Non diamo giudizio sul Governo che ha emanato tale fastidioso e angosciante adempimento, si sa il pesca-sportivo è ligio e ubbidiente e poi una volta ogni tre anni che sarà mai!
Ma poi venne il Covid, la crisi mondiale e le varie problematiche economiche a esso connesse e manco a dirlo il Governo pensa al sodo e i soldi per la pesca sportiva finiscono. Addirittura il 4 marzo 2020 il Governo Conte in tutta fretta e nel massimo imbarazzo, vista la scadenza dei termini per un rinnovo del Decreto ministeriale, emana una proroga per così dire ''urbis et orbi'' fino al 2022 ,
cioè a un vero e proprio congelamento del Censimento e delle attività ministeriali sull'argomento, tant'è che il servizio telefonico di assistenza ministeriale (ditta esterna) sulle registrazioni viene disattivato o comunque risulta irragiungibile.
Malgrado queste disavventure legali nemmeno i governi successivi hanno posto rimedio al problema, anzi, dal 2023 il povero ''vecchietto'' che vuole fare il censimento deve avere pure lo SPID per entrare nel sito ministeriale .


E siamo arrivati ad oggi che ci richiedono ancora un rinnovo su una base legale lacunosa, incostituzionale e direi basata sull'assurdo concetto che il prelievo del pesca-sportivo sia talmente rilevante da arrivare a competere con la pesca professionale e quindi insostenibile per la biodiversità marina.
Sarebbe ora di mettere mano ad una riorganizzazione del settore in maniera seria e ponderata. Sarebbe ora che le associazioni di categoria invece di pensare al proprio lucro con sovvenzioni faraoniche da parte del Coni prima e da Sport & Salute poi, iniziassero a stimolare il Ministero e l'attuale Governo e lavorare per il bene della pesca sportiva per eliminare adempimenti insensati e attuare una politica di sviluppo sostenibile del settore con norme sensate e in grado di incidere davvero sulle attività di pesca sportiva da sempre in grado di stimolare la mente dei giovani e aiutare il benessere psico fisico di tutte le fasce di età di questa società martellata dalla tecnologia e da comportamenti sedentari e poco salubri.